Istituito nel 1987, è il primo parco naturale siciliano, sia per estensione (58.000 ettari circa), sia per l’imponenza del suo protagonista principale, l’Etna, che con i suoi 3329 metri d’altezza domina incontrastato il paesaggio e l’ambiente circostante. Il parco si estende per una cintura che comprende ben venti comuni etnei, suddividendosi in quattro zone di protezione e possiede quattro crateri sommatali: Bocca Nuova, Voragine, Cratere di nord-est e Cratere di sud-est. Ciò che rende quest’area una tappa essenziale del viaggio in questa terra, ricca di contrasti, non è rappresentato solo dalle spettacolari colate del vulcano, ma anche e soprattutto dalla straordinaria varietà di paesaggi. Risalendo dalla spiaggia dorata e sabbiosa fino al paesaggio “lunare” delle colline e poi ancora oltre, fino ai crateri circostanti la sommità, in cui non cresce più nulla, stupisce la varietà di fauna e vegetazione, motivo principale della costituzione di questo parco naturale per il recupero, la difesa e la conservazione di queste biodiversità. (Elisabetta Giacomini)
VISITARE LE MERAVIGLIA DI ITALIA
domenica 2 giugno 2013
PARCO DELL'ETNA
Istituito nel 1987, è il primo parco naturale siciliano, sia per estensione (58.000 ettari circa), sia per l’imponenza del suo protagonista principale, l’Etna, che con i suoi 3329 metri d’altezza domina incontrastato il paesaggio e l’ambiente circostante. Il parco si estende per una cintura che comprende ben venti comuni etnei, suddividendosi in quattro zone di protezione e possiede quattro crateri sommatali: Bocca Nuova, Voragine, Cratere di nord-est e Cratere di sud-est. Ciò che rende quest’area una tappa essenziale del viaggio in questa terra, ricca di contrasti, non è rappresentato solo dalle spettacolari colate del vulcano, ma anche e soprattutto dalla straordinaria varietà di paesaggi. Risalendo dalla spiaggia dorata e sabbiosa fino al paesaggio “lunare” delle colline e poi ancora oltre, fino ai crateri circostanti la sommità, in cui non cresce più nulla, stupisce la varietà di fauna e vegetazione, motivo principale della costituzione di questo parco naturale per il recupero, la difesa e la conservazione di queste biodiversità. (Elisabetta Giacomini)
domenica 19 maggio 2013
SCALA DE SANTA MARIA DEL MONTE
Caltagirone. la città ceramiche
Un altro luogo che non si può perdere è Caltagirone, cittadina 68 km da Catania, a 600 metri sul livello del mare. Questa incantevole città è famosa nel mondo per la sua produzione artigianale di ceramiche, un lavoro che impiega ancora molti artigiani. Questa antica arte, che fu iniziata nel periodo arabo, si è sviluppata nel corso dei secoli, ma ha mantenuto praticamente le stesse decorazioni e colori in modo tipico della ceramica Caltagirone.
La ceramica è ovunque qui, nei palazzi, le chiese, i monumenti, i giardini e le piazze. La splendida Scala di Santa Maria del Monte, è un unico scala mondiale, totalmente rivestiti in piastrelle di ceramica dipinta. Questa scala mozzafiato con 142 gradini, che collega la parte alta della città, per la parte bassa, è al centro di numerosi eventi culturali a Caltagirone. Se avete l'occasione, pianificare un viaggio a Caltagirone in primavera: vedrete una scena indimenticabile. Tra il mese di maggio e giugno, la città celebra la sua Scala Infiorita festa: Scala di Santa Maria del Monte è completamente ricoperta di fiori, che creano una bella serie di motivi geometrici che si arrampicano su per la scala. Un altro festival di essere visto nel Luminaria, che si celebra nelle notti del 24 e 25 luglio in onore di San Giacomo, il patrono della città: migliaia di lanterne vengono utilizzati per decorare la scalinata, che creano un effetto ancora più spettacolare.
Da non perdere:
Una passeggiata nello splendido giardino in stile liberty, Villa Comunale, progettato da Giovanni Battista Basile.
Alcuni oggetti in ceramica da portare a casa come regalo o per mantenere se stessi.
Un barattolo di miele fatta a Caltagirone, da portare a casa e gustare in modo da ricordare i sapori di questa zona quando si è molto lontano.
martedì 24 maggio 2011
PESARO
Il più antico insediamento dell'area di Pesaro è infatti il villaggio piceno di Novilara, posto sul Colle Ardizio. Questo abitato piceno è interessante perché è uno dei più antichi e perché insieme a Numana ed Ancona era tra i pochi posti nei pressi del mare. Lo scalo portuale di Novilara utilizzava la foce di un torrente.
Nel IV secolo a.C. i Galli Senoni invasero i territori settentrionali dei Piceni, e dunque anche la zona di Pesaro. Quando i Romani fondarono la colonia di Pisaurum, la parte settentrionale delle Marche, denominata dai romani ager Gallicus, era infatti abitata da una popolazione frammista di Piceni e Galli. Fu successivamente colonizzata nuovamente durante il secondo triumvirato da Ottaviano e Marco Antonio, diventando durante l'Impero città-fortezza e centro economico posto sulla via Flaminia.
Distrutta da Vitige nel 539 d.C., venne ricostruita da Belisario e occupata dal 545 al 553 dai Goti. Dopo la caduta di Roma, Pesaro, con Rimini, Fano, Senigallia e Ancona, divenne una delle città della Pentapoli, sotto le strette dipendenze dell'Esarcato bizantino di Ravenna.
Ma poco dopo nel 752 d.C. fu presa dai Longobardi che la tennero finché Pipino il Breve, re dei Franchi, non la donò nel 774 d.C. allo Stato della Chiesa dando inizio al plurisecolare dominio papale sulla città. Tal dominio però fu solamente nominale, poiché la città era governata sin dall'età carolingia dal rappresentante dell'Impero.
Nella prima metà del XII secolo, il fiorente Comune seguì le sorti delle parti imperiali durante le imprese italiane di Federico I del Sacro Romano Impero. Venne poi introdotto il governo podestarile nel 1182, ma già alla fine del secolo era soggetta come tutta la Marca anconitana al potere feudale di Marquardo, vicario imperiale che venne però sconfitto dall'esercito papale. Nel XIII secolo, ristabilito il Comune, passò per volere del papa Innocenzo III sotto il dominio degli Estensi, dal 1210 al 1216.
Per lungo tempo ghibellina, durante il regno di Federico II del Sacro Romano Impero, si ribellò all'Impero e aderì alla lega delle città guelfe della Marca che si trovavano in guerra nel 1259 con re Enzo. Nello stesso anno, Pesaro fu costretta all'obbedienza da Manfredi di Sicilia, ma alla sua morte nel 1266, tornò alla Chiesa.
Nel Rinascimento la città adriatica, vide una successione di signorie: i Malatesta (1285-1445), gli Sforza (1445-1512) il cui dominio fu interrotto da Cesare Borgia dal 1500 al 1503 ed in seguito consegnata da papa Giulio II a i Della Rovere (1513-1631) con i quali era imparentato. Il periodo di maggior fervore culturale fu durante il dominio dei Della Rovere, la che avevano scelto Pesaro come sede centrale del loro Ducato. Nei primi anni del loro governo in città sorgevano ovunque cantieri di nuovi palazzi pubblici e privati, e venne iniziata la costruzione di una nuova e più sicura cinta muraria, utile a difendersi anche da repentini attacchi provenienti dal mare. Alla morte di Francesco Maria II Della Rovere nel 1631, il Ducato tornò sotto dominio papale che fece Pesaro sede cardinalizia. A quei tempi, la città era molto piu piccola, la costa arrivava all'attuale "piazzale Primo Maggio".
Nel 1799, durante l'occupazione napoleonica, contadini e sanfedisti presero d'assalto la città e la rocca strappandola per qualche mese alla guarnigione.
L'11 settembre 1860, fu occupata dal generale Enrico Cialdini e annessa allo Stato italiano
Nel IV secolo a.C. i Galli Senoni invasero i territori settentrionali dei Piceni, e dunque anche la zona di Pesaro. Quando i Romani fondarono la colonia di Pisaurum, la parte settentrionale delle Marche, denominata dai romani ager Gallicus, era infatti abitata da una popolazione frammista di Piceni e Galli. Fu successivamente colonizzata nuovamente durante il secondo triumvirato da Ottaviano e Marco Antonio, diventando durante l'Impero città-fortezza e centro economico posto sulla via Flaminia.
Distrutta da Vitige nel 539 d.C., venne ricostruita da Belisario e occupata dal 545 al 553 dai Goti. Dopo la caduta di Roma, Pesaro, con Rimini, Fano, Senigallia e Ancona, divenne una delle città della Pentapoli, sotto le strette dipendenze dell'Esarcato bizantino di Ravenna.
Ma poco dopo nel 752 d.C. fu presa dai Longobardi che la tennero finché Pipino il Breve, re dei Franchi, non la donò nel 774 d.C. allo Stato della Chiesa dando inizio al plurisecolare dominio papale sulla città. Tal dominio però fu solamente nominale, poiché la città era governata sin dall'età carolingia dal rappresentante dell'Impero.
Nella prima metà del XII secolo, il fiorente Comune seguì le sorti delle parti imperiali durante le imprese italiane di Federico I del Sacro Romano Impero. Venne poi introdotto il governo podestarile nel 1182, ma già alla fine del secolo era soggetta come tutta la Marca anconitana al potere feudale di Marquardo, vicario imperiale che venne però sconfitto dall'esercito papale. Nel XIII secolo, ristabilito il Comune, passò per volere del papa Innocenzo III sotto il dominio degli Estensi, dal 1210 al 1216.
Per lungo tempo ghibellina, durante il regno di Federico II del Sacro Romano Impero, si ribellò all'Impero e aderì alla lega delle città guelfe della Marca che si trovavano in guerra nel 1259 con re Enzo. Nello stesso anno, Pesaro fu costretta all'obbedienza da Manfredi di Sicilia, ma alla sua morte nel 1266, tornò alla Chiesa.
Nel Rinascimento la città adriatica, vide una successione di signorie: i Malatesta (1285-1445), gli Sforza (1445-1512) il cui dominio fu interrotto da Cesare Borgia dal 1500 al 1503 ed in seguito consegnata da papa Giulio II a i Della Rovere (1513-1631) con i quali era imparentato. Il periodo di maggior fervore culturale fu durante il dominio dei Della Rovere, la che avevano scelto Pesaro come sede centrale del loro Ducato. Nei primi anni del loro governo in città sorgevano ovunque cantieri di nuovi palazzi pubblici e privati, e venne iniziata la costruzione di una nuova e più sicura cinta muraria, utile a difendersi anche da repentini attacchi provenienti dal mare. Alla morte di Francesco Maria II Della Rovere nel 1631, il Ducato tornò sotto dominio papale che fece Pesaro sede cardinalizia. A quei tempi, la città era molto piu piccola, la costa arrivava all'attuale "piazzale Primo Maggio".
Nel 1799, durante l'occupazione napoleonica, contadini e sanfedisti presero d'assalto la città e la rocca strappandola per qualche mese alla guarnigione.
L'11 settembre 1860, fu occupata dal generale Enrico Cialdini e annessa allo Stato italiano
giovedì 28 aprile 2011
COLONNA DI TRAIANO
La colonna Traiana è la prima colonna coclide eretta a Roma e celebra la conquista della Dacia dell'imperatore romano Traiano. Dal punto di vista artistico è molto importante in quanto in lei risiede la prima espressione romana d'arte autonoma in ogni suo aspetto. Inaugurata nel 113, lungo il fusto spiraliforme vengono narrate le vittoriose guerre di Dacia mentre dall'alto troneggiava la statua di Traiano. Il fregio avrebbe ricordato a tutti le imprese e le capacità dell'imperatore in battaglia ed avrebbe poi abbellito il suo sepolcro una volta morto consegnando la sua memoria ai posteri. Quasi intatta è difatti giunta fino a noi resistendo al crollo che ha interessato tutti i palazzi adiacenti che andavano a comporre il Foro di Traiano; è del 1162 un documento del senato medievale che ne stabiliva la proprietà pubblica vietandone il danneggiamento. Successivamente, nel XVI sec, venne fatto spazio intorno alla colonna eliminando alcuni edifici privati mentre sotto Papa Sisto venne posta sulla sommità la statua di San Pietro e fu eretto un muro di recinzione a protezione del monumento.
DESCRIZIONE
La colonna è alta circa trenta metri, cento piedi romani, (senza contare il basamento che ne misura ulteriori dieci) ed è composta da 19 blocchi di marmo impilati uno sull'altro. Nel basamento, adornato da un'epigrafe e quattro aquile sui lati c'è una porta che conduce alle ceneri dell'imperatore e alle scale a chiocciola che risalgono all'interno tutta la colonna. Il fregio di ben 200 metri si arrotola sul fusto per circa 23 volte rappresentando oltre 100 scene divisibili in circa 114 riquadri della stessa lunghezza dove vengono illustrate gli avvenimenti delle tre guerre di Dacia arricchite da scene di viaggio o di lavoro. L'imperatore, rappresentato ben 59 volte nei riquadri, appare sempre deciso e risoluto, nell'intenzione dell'autore, tuttora anonimo, di mostrare la sua grande attitudine al comando e fermezza nel combattimento. Come arrivareDiversi mezzi pubblici portano nelle vicinanze della Colonna Traiana: Situata su Via dei Fori Imperiali è facilmente raggiungibile scendendo alla fermata metro B Colosseo e percorrendo per tutta la sua lunghezza della via stessa. Inoltre è possibile raggiungerla con le seguenti linee autobus: 64 (dalla stazione Termini), 40, 63, 70, 75, 81, 87, 95, 160, 170, 204, 628, 630, 716. In alternativa si può scendere alla fermata metro A Spagna, scendere per via Condotti e svoltare a sinistra per percorrere Via del Corso fino a sfociare in Piazza Venezia e proseguire fino all'imbocco di Via dei Fori Imperiali.
DESCRIZIONE
La colonna è alta circa trenta metri, cento piedi romani, (senza contare il basamento che ne misura ulteriori dieci) ed è composta da 19 blocchi di marmo impilati uno sull'altro. Nel basamento, adornato da un'epigrafe e quattro aquile sui lati c'è una porta che conduce alle ceneri dell'imperatore e alle scale a chiocciola che risalgono all'interno tutta la colonna. Il fregio di ben 200 metri si arrotola sul fusto per circa 23 volte rappresentando oltre 100 scene divisibili in circa 114 riquadri della stessa lunghezza dove vengono illustrate gli avvenimenti delle tre guerre di Dacia arricchite da scene di viaggio o di lavoro. L'imperatore, rappresentato ben 59 volte nei riquadri, appare sempre deciso e risoluto, nell'intenzione dell'autore, tuttora anonimo, di mostrare la sua grande attitudine al comando e fermezza nel combattimento. Come arrivareDiversi mezzi pubblici portano nelle vicinanze della Colonna Traiana: Situata su Via dei Fori Imperiali è facilmente raggiungibile scendendo alla fermata metro B Colosseo e percorrendo per tutta la sua lunghezza della via stessa. Inoltre è possibile raggiungerla con le seguenti linee autobus: 64 (dalla stazione Termini), 40, 63, 70, 75, 81, 87, 95, 160, 170, 204, 628, 630, 716. In alternativa si può scendere alla fermata metro A Spagna, scendere per via Condotti e svoltare a sinistra per percorrere Via del Corso fino a sfociare in Piazza Venezia e proseguire fino all'imbocco di Via dei Fori Imperiali.
MUSEO DEL PALAZZO DI VENEZIA
Palazzo Venezia è uno dei palazzi più carichi di storia di tutto il centro di Roma. Posizionato proprio al centro della capitale a Piazza Venezia, ha vissuto dal medioevo, quando era solo un piccolo palazzetto accanto all’antica basilica di San Marco, ad oggi, le innumerevoli trasformazioni che la città capitolina ha avuto negli ultimi secoli di storia. Originariamente impiegato come abitazione di cardinali, tra il 1455 e il 1467 venne riedificato e ampliato dal cardinale Pietro Barbo, che una volta eletto Papa (Paolo II) lo trasformò in residenza papale. La paternità del nuovo progetto rimane comunque incerta fra Leon Battista Alberti e Giuliano da Maiano, sicuro artefice del portone centrale. I lavori di modifica e ristrutturazione continuano con i Papi successivi fino a quando, nel 1564, Pio IV cede parte della proprietà alla Repubblica di Venezia, evento che sta all’origine del nome attuale: Palazzo Venezia. Dopo i danni subiti dal terremoto del 1626 e altre varie ricostruzioni, spostamenti e ritocchi il palazzo passa prima in mano agli austriaci nel 1797 e successivamente viene nel 1916 acquisito dallo stato italiano che inizia un opera di restauro che dona all’edificio l’aspetto migliore e l’attuale posizione. Durante gli anni del fascismo Mussolini pose all’interno della sala del Mappamondo la sede del suo quartier generale: era dal balcone di questo palazzo che arringava le folle nei celebri discorsi che hanno contribuito ad accrescere la fama di questo palazzo. Ad oggi molte sale sono adibite a museo, il Museo Nazionale di Piazza Venezia, che ospita le migliori mostre di arte d’epoca o contemporanea.
COME ARRIVARE:Palazzo Venezia è facilmente raggiungibile scendendo alla fermata metro B Colosseo e percorrendo per tutta la sua lunghezza Via dei Fori Imperiali. Inoltre è possibile raggiungerla con le seguenti linee autobus: 64 (dalla stazione Termini), 40, 63, 70, 75, 81, 87, 95, 160, 170, 204, 628, 630, 716. In alternativa si può scendere alla fermata metro A Spagna, scendere per via Condotti e svoltare a sinistra per percorrere Via del Corso fino a sfociare nella piazza.
ORARI D APERTURA:
ORARI D APERTURA:
Il palazzo, e quindi il museo, è aperto tutti i giorni escluso il lunedì dalle 8,30 alle 19,30
venerdì 3 dicembre 2010
EL PINCIO (ROMA)
Come descrivere una delle più belle visuali di tutto il mondo: dalla Terrazza del Pincio di Piazza Napoleone I chiunque resta estasiato alla vista di un panorama capace di comprendere gran parte del centro storico di Roma (compresa la Cupola di San Pietro e Castel Sant’Angelo), e offrire in serata il sole che tramonta dietro Monte Mario. Osservandola inoltre da Piazza del Popolo, è possibile ammirare con quale perizia e tocco artistico il Valadier ha saputo rendere il tutto un insieme organico: la fontana sullo sfondo, tre alti nicchioni sulla parete di raccordo e il verde degli alberi sempreverdi che di quindi offrono ampio respiro alla visuale.
Nella nostra lista dei posti più romantici e suggestivi di Roma, non poteva mancare il luogo che per eccellenza assurge a questa definizione. Un angolo della città davvero imperdibile, immerso in un parco storico della Capitale. E' Villa Borghese infatti che custodisce il Pincio, il primo giardino pubblico di Roma. Insieme fanno parte del Colle Pinciano, una zona che non rientrava nei confini originari della città e nei sette colli ma che era inclusa all'interno della mura innalzate dall'imperatore Aureliano tra il 270 e il 273.
COME ARRIVARE:
Prendere la Metro Linea A, stop "Metro"Cipro"" davanti al nostro B&B, meno di 50 metri, sono solo 4 fermate, scendere alla fermata
Spagna, e siete arrivati a piazza di Spagna, salite la scalinata di Trinità dei Monti andare a sinistra in direzione di Villa Medici a destra c'è il Pincio siete arrivati in meno di 15 minuti.
Prendere la Metro Linea A, stop "Metro"Cipro"" davanti al nostro B&B, meno di 50 metri, sono solo 4 fermate, scendere alla fermata
Spagna, e siete arrivati a piazza di Spagna, salite la scalinata di Trinità dei Monti andare a sinistra in direzione di Villa Medici a destra c'è il Pincio siete arrivati in meno di 15 minuti.
giovedì 2 dicembre 2010
IL PONTE LUNGOTEVERE (ROMA)
Questo ponte collega i lungoteveri Castello e Vaticano, antistanti Castel Sant'Angelo e i lungotevere degli Altoviti e Tor di Nona. Il primo progetto di questo ponte risale al 136 d.C., quando l'architetto Demetriano lo costruì come Demetriano lo costruì come monumentale accesso alla tomba dell'imperatore Elio Adriano, ovvero alla Mole Adriana e, dall'imperatore, si chiamò ponte Elio.
Magnifici ponti furono costruiti sul fiume così regolato: i vecchi riattati ed ampliati. Cominciando a monte della città, nuovo è il PONTE MARGHERITA, che unisce Piazza del Popolo al nuovo quartiere dei Prati, magnifica costruzione in pietra. Nuovo è il successivo PONTE CAVOUR, costruito in luogo d’un ponte provvisorio in ferro, il quale alla sua volta, sostituì nel 1878 il famoso ed antico porto di Ripetta che aveva un delizioso prospetto, costruito da Clemente XI. E nuovo pure è il Ponte Umberto, che prospetta la facciata principale del grandioso palazzo di Giustizia. Per l’ampliamento del letto, convenne allargare di due arcate l'antichissimo Ponte Elio o SANT'ANGELO, accanto al quale fu provvisoriamente gettato un gran ponte di ferro, ad una sola arcata col piano stradale sulla corda dell’arco: accanto al quale si trova il PONTE VITTORIO EMANUELE in pietra, sulla prosecuzione dell’asse del corso omonimo, quando si demolirà l’Ospedale di Santo Spirito che prospetta il fiume sull’altra ripa. Segue, a valle, il successivo PONTE SISTO (eretto sui ruderi del Pons Valentinianus) fu pure allargato nel 1879 con due marciapiedi sostenuti da modiglioni di ferro. Nuovo è il successivo PONTE GARIBALDI, aperto nel 1888, uno dei maggiori d’Europa, su due archi di ferro di 55 metri, d’apertura. A valle del Ponte Garibaldi, la regolazione del fiume rispettò la storica Isola Tiberina congiunta alla città a destra dal PONTE CESTIO(oggi San Bartolomeo), che fu ampliato di due arcate, a sinistra del PONTE FABRICIO Quattro Capi. Nuovo è il PONTE EMILIO O PALATINO in ferro, detto anche Ponte Rotto, perché ora non è che una rovina dell’antico ponte distrutto nel 1598; accanto si vedono le rovine del PONS AEMILIS, costruito nel 181 a.C.
COME ARRIVARE:
Metro A fermata Piazzale Flaminio, prendere autobus 2 fino al capolinea Piazza Mancini. Percorrere a piedi Viale del Pinturicchio fino a Piazza Gentile da Fabriano per 500m circa. Tempo di percorrenza 5’ circa.
Capolinea di Piazza Mancini linee: 200, 201, 220, n24, 53, 446, 301, 2 (anche tram), 910, 280, 48, 911, 232. Percorrere a piedi per Viale del Pinturicchio per 500m fino a Piazza Gentile da Fabriano per 5’ circa.
Linea 910 da Stazione Termini direzione Mancini, scendere a fermata Pannini. Svoltare a sinistra su Viale del Pinturicchio e proseguire a piedi per 300m fino a Piazza Gentile da Fabriano. Tempo di percorrenza 5’ circa.
Linea 271 (direzione Via di San Giuliano), fermata Lungotevere Maresciallo Cadorna, attraversare Ponte Duca d’Aosta, proseguire a destra su Lungotevere Flaminio per 700m. circa. Tempo di percorrenza 10’ circa.
Linea ferroviaria Roma-Viterbo fermata Flaminio , prendere autobus 2 fino a capolinea Piazza Mancini a piedi per Viale del Pinturicchio per 500m fino a Piazza Gentile da Fabriano. Tempo di percorrenza 5’ circa.
Magnifici ponti furono costruiti sul fiume così regolato: i vecchi riattati ed ampliati. Cominciando a monte della città, nuovo è il PONTE MARGHERITA, che unisce Piazza del Popolo al nuovo quartiere dei Prati, magnifica costruzione in pietra. Nuovo è il successivo PONTE CAVOUR, costruito in luogo d’un ponte provvisorio in ferro, il quale alla sua volta, sostituì nel 1878 il famoso ed antico porto di Ripetta che aveva un delizioso prospetto, costruito da Clemente XI. E nuovo pure è il Ponte Umberto, che prospetta la facciata principale del grandioso palazzo di Giustizia. Per l’ampliamento del letto, convenne allargare di due arcate l'antichissimo Ponte Elio o SANT'ANGELO, accanto al quale fu provvisoriamente gettato un gran ponte di ferro, ad una sola arcata col piano stradale sulla corda dell’arco: accanto al quale si trova il PONTE VITTORIO EMANUELE in pietra, sulla prosecuzione dell’asse del corso omonimo, quando si demolirà l’Ospedale di Santo Spirito che prospetta il fiume sull’altra ripa. Segue, a valle, il successivo PONTE SISTO (eretto sui ruderi del Pons Valentinianus) fu pure allargato nel 1879 con due marciapiedi sostenuti da modiglioni di ferro. Nuovo è il successivo PONTE GARIBALDI, aperto nel 1888, uno dei maggiori d’Europa, su due archi di ferro di 55 metri, d’apertura. A valle del Ponte Garibaldi, la regolazione del fiume rispettò la storica Isola Tiberina congiunta alla città a destra dal PONTE CESTIO(oggi San Bartolomeo), che fu ampliato di due arcate, a sinistra del PONTE FABRICIO Quattro Capi. Nuovo è il PONTE EMILIO O PALATINO in ferro, detto anche Ponte Rotto, perché ora non è che una rovina dell’antico ponte distrutto nel 1598; accanto si vedono le rovine del PONS AEMILIS, costruito nel 181 a.C.
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